La data del Natale, studi storici e tradizione

La data del Natale, studi storici e tradizione

Secondo i nuovi orientamenti Yoshua ben Yoseph (Gesù di Nazareth) sarebbe realmente nato nel giorno fissato dalla tradizione.

Tutti abbiamo sempre pensato che la data del 25 dicembre fosse un giorno simbolico e convenzionale per fissare la data del Cristo.

E fino a poco tempo fa lo pensavano anche gli storici. I motivi erano quasi tutti concordanti. Il 25 dicembre ricadeva nel pieno delle tradizionali Saturnalia, ovvero i festeggiamenti dedicati al Sol Invictus. Niente di più significativo fissare quindi la festività della nascita di Gesù, proprio in quel giorno.

Un’altra opportunità, che si rivelò definitiva, venne offerta da un evento storico accaduto nel 390. Teodosio, che aveva stretto con i “barbari” un FOEDUS e li aveva inseriti nell’esercito romano per accelerare l’integrazione, reagì in modo violentemente cruento all’uccisione del goto Buterich che era il Magister Militum per Illyricum e Tessalonica.

Venne ordinata una strage della popolazione. Ambrogio, Vescovo di Milano, si schierò dalla parte della “romanità offesa e umiliata” escludendo addirittura l’Imperatore dall’Eucarestia.

A questo punto Teodosio accettò di fare pubblica ammenda e fu riammesso alla Comunione Eucaristica proprio il 25 dicembre. Fu in quel tempo che i Cristiani presero a festeggiare il Natale in quella data.

Fu indubbiamente un atto simbolico e ricco di significato, in cui si voleva affermare Cristo, nuovo Sole, in colui che trasforma l’Occidente (occidere) nell’Oriente da cui il Sole sorge.

Gli studi più recenti

Negli ultimi anni e in virtù degli ultimi studi, ben riassunti in un articolo molto competente sulla rivista L’Occidente, l’ipotesi che Gesù sia nato proprio in prossimità di quella data si sta affermando. Giorno più, giorno meno.

Avvalorano questa tesi non solo testi cristiani, ma anche la coincidenza di eventi istituzionali diffusi nella Palestina attorno al I secolo. Alcuni indizi sono affiorati anche dal Vangelo con la coincidenza della visita di Maria alla cugina Elisabetta, che attraverso le interpretazioni gli storici laici collocano in prossimità del 25 marzo (Pasqua ebraica), esattamente 9 mesi prima della data in questione.

Il giorno della nascita di Cristo non costituisce certo argomento che possa indurre o vanificare una Fede, ma è sicuramente un elemento suggestivo.

La data della morte di Gesù non è invece un mistero: la Pasqua ebraica viene collocata proprio il 25 marzo (guarda caso!).

Semmai un ulteriore elemento simbolico lo ha inserito una ricercatrice israeliana studiando la tipica razza di pecora indigena israeliana Awassi allevata per produrre lana, carne e latte, che abita il deserto della Palestina da circa 5000 anni. Troviamo riscontro di ciò anche in un articolo dal titolo “Natale di Gesù – La prova che nacque davvero il 25 dicembre” apparso su Il Sussidiario

Tutti sappiamo che Gesù viene definito “agnello di Dio”. Ebbene, le pecore Awassi si riproducono in estate e partoriscono in inverno, tra dicembre e gennaio, quando c’è abbastanza pascolo per produrre latte. Questo spiega anche la presenza di pastori e greggi nelle campagne in quel periodo.

Ovviamente (come già detto), il fatto che Gesù nacque il 25 dicembre piuttosto che in un’altra data, non sposta nulla sotto l’aspetto concettuale, ma certamente è un dato storico molto interessante.

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